Demografia, ricchezza e consumi: i driver della Silver Economy

Perché occuparsi dei consumi, delle abitudini e degli stili di vita della fascia più anziana della popolazione: in una sola parola, della Silver Economy? Perché, al contrario di ciò che spesso si pensa, la sfida posta dalla longevità non deve tradursi necessariamente in un costo ma può rivelarsi un'ottima opportunità di investimento per il Paese

Michaela Camilleri

Si discute moltissimo di demografia e, in particolare, dell’invecchiamento della popolazione. Perché, ci si potrebbe domandare, è importante occuparsi di tutto ciò che vi ruota attorno alla fascia più anziana della popolazione dal punto di vista dei consumi, delle abitudini e degli stili di vita? È questa la domanda dalla quale è scaturito l’importante lavoro di ricerca condotto dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e riassunto nel Quaderno di Approfondimento "Silver Economy, una nuova grande economia. Chi sono, cosa fanno e cosa desiderano i Silver italiani" realizzato con il patrocino di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

Lo studio muove dal presupposto che la sfida posta dalla longevità non deve tradursi necessariamente in un costo ma può al contrario rivelarsi un’ottima opportunità di investimento per il Paese, con ricadute proficue per l’occupazione, il settore dei servizi, per attività commerciali e produttive dedicate, così come per il mondo della finanza in genere. Una nuova grande economia, di cui lo studio delinea gli ampi perimetri con il duplice obiettivo sia di quantificare il fenomeno, identificando bisogni tradizionali e futuribili dei Silver, sia di sottolineare il ruolo decisivo dell’invecchiamento attivo e in buona salute nella costruzione di quella società più equa e inclusiva cui mirano anche i Goals dell’Agenda 2030 dell’ONU. Benché non ve ne sia uno specificatamente destinato ai Silver sono ben 9 su 17 (sconfiggere la povertà; sconfiggere la fame; salute e benessere; istruzione di qualità; parità di genere; imprese, innovazione e infrastrutture; ridurre delle disuguaglianze; città e comunità sostenibili; pace, giustizia e istituzioni solide) gli obiettivi di sviluppo sostenibile, equo e inclusivo che riguardano in maniera diretta il benessere della fascia più anziana della popolazione. 

Oltre al fatto che si tratta dunque di un importante aspetto di sostenibilità sociale, sono almeno tre i driver che giustificano l’attenzione verso questa nuova grande economia e che emergono dall’analisi condotta non solo avvalendosi dei dati messi a disposizione da Banca d’Italia, INPS, Istat e Ministero dell’Economia e delle Finanze ma anche degli esiti della survey “Chi sono, cosa fanno e cosa desiderano i Silver italiani”, somministrata a un campione di 5.000 over 50 e realizzata da Itinerari Previdenziali in collaborazione con 50&Più, sistema associativo interamente dedicato al mondo della terza età: la forte spinta demografica che aumenterà la platea dei beneficiari, l’ammontare della ricchezza detenuta da questi soggetti, le cui caratteristiche principale sono consistenza e stabilità, e la propensione al consumo verso alcuni particolari settori economici, dall’alimentazione alla sanità, dalla casa alla tecnologia. 

 

La spinta demografica

Per la prima volta nel corso della millenaria storia dell’umanità, gli over 65, identificati come Silver nel citato Quaderno, in Italia, come del resto in molte altre nazioni sviluppate o in via di sviluppo, non sono mai stati così tanti: oggi circa 14 milioni, pari a poco meno del 24% del totale, destinati a diventare un terzo della popolazione entro il 2050. Costituiranno così la parte più numerosa e “ricca” della popolazione: di fatto, i principali consumatori e i più importanti soggetti economici. Ed è per questi motivi che dovremmo interessarci di questa importante fase storica che lascerà un’eredità demografica permanente, nel senso che la struttura per età della popolazione non sarà più quella cui eravamo abituati e l’organizzazione sociale, a partire dalle famiglie spesso senza figli e alla fine mononucleari, sarà molto diversa: le tendenze di breve e medio periodo mostrano un progressivo incremento percentuale delle persone sole, che dovrebbero salire al 31,2% nel 2030 e al 32,7% nel 2040. Tra meno di vent’anni un Silver su tre sarà vivrà da solo: tutto ciò comporterà una visione del futuro differente da quella di oggi a partire da stile di vita, risparmio e attitudine al consumo.

 

La ricchezza detenuta dai Silver

Ma, fatto altrettanto importante rispetto al passato, questi soggetti sono i maggiori detentori di ricchezza, intesa come patrimonio sia mobiliare che immobiliare. Silver dispongono, inoltre, di flussi di reddito certi e non dipendenti dai cicli economici, come si è avuto peraltro modo di osservare dai dati forniti dalla Banca d’Italia [1], che dimostrano che la ricchezza degli over 65 si è conservata meglio rispetto a quella delle altre fasce della popolazione durante la crisi economica (tra il 2006 e il 2016 sono gli unici ad aver assistito a un incremento, passando da un reddito medio equivalente per caratteristiche del capofamiglia pari a 19.600 euro a 19.900 euro). Tutto ciò senza considerare il fatto che, secondo una ricerca condotta da CGIL-SPI [2], più di un terzo dei pensionati dichiara di sostenere economicamente un parente stretto, situazione diffusa abbastanza omogeneamente in tutto il territorio nazionale: un vero e proprio ammortizzatore socio-economico.

 

La propensione al consumo

Se, come emerge dai risultati della survey illustrati nel citato Quaderno, il maggior desiderio dei Silver è vivere il più a lungo possibile in buona salute e invecchiare attivamente, si può ragionevolmente supporre che buon parte dei consumi di questa fascia della popolazione saranno destinati verso beni, servizi e, più in generale, attività economiche legate al raggiungimento di questi obiettivi. Venendo quindi ai settori che potrebbero essere più coinvolti nella Silver Economy, sulla base delle previsioni elaborate dalla Commissione Europea, a fronte di una crescita media di circa il 40%, i settori che dovrebbero registrare l’incremento maggiore sono quelli della salute (oltre il 50%), dell’alimentare e bevande (+46%), dell’arredamento e delle attività ricreative (tra il 42 e il 45%). Per entrare più nel dettaglio della realtà italiana, dalle rilevazioni Istat sulla spesa per consumi delle famiglie italiane, si può rilevare una maggiore propensione dei Silver ai consumi di qualità con maggiore attenzione ai consumi “sani”, quindi meno alcolici e tabacchi rispetto alle fasce più giovani della popolazione; più in generale, i Silver concentrano maggiormente i consumi verso quei beni e servizi utili a preservare la propria salute fisica e mentale.

In questo contesto, il sistema economico, produttivo e dei servizi sta progressivamente prendendo atto di queste esigenze e si sta attrezzando di conseguenza proponendo prodotti e servizi studiati specificamente per questa fascia di popolazione: servizi e prodotti finanziari e assicurativi calibrati, prodotti alimentari, farmaceutici e nutrizionali specifici, mezzi e attrezzature per favorire l’autonomia e la mobilità, strumenti di domotica, device e piccoli elettrodomestici per il controllo a distanza della salute o servizi di svago e assistenza per autosufficienti fino ai grandi non autosufficienti, e molto altro ancora. Si creano così le premesse per una nuova grande economia, con nuove produzioni, nuovi servizi e molta occupazione aggiunta, che obbliga a superare un’immagine fin qui troppo stereotipata degli anziani: non (solo) soggetti prevalentemente bisognosi di assistenza, ma anzi platea attiva le cui specifiche necessità, se adeguatamente comprese e assecondate, possono diventare un’importante leva di sviluppo per il Paese e per la società intera

Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali 

20/6/2022


[1] Si veda “La ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie italiane: 2005-2017” a cura della Banca d’Italia

[2] Si veda il “Sogni e bisogni dei pensionati”, CGIL–SPI, ottobre 2019

 

 
 

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