Una serie di risorse digitali dedicate alla documentazione della storia, della cultura, della società e delle istituzioni di Bologna e provincia con particolare attenzione all’800-900.

Dalla Cronologia

Accadde oggi, 25 aprile.

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25 aprile 1926
I successi delle auto Maserati
Nel 1926 nasce la prima vettura interamente Maserati, la Tipo 26, con motore 8 cilindri a compressione da 1493 cm3. Il 25 aprile 1926 vince al suo esordio la prestigiosa la Targa Florio nella sua classe (ottava assoluta), con alla guida il costruttore e pilota Alfieri Maserati (1887-1932).Nel giugno dello stesso anno la casa bolognese ottiene il primo successo assoluto nel Chilometro Lanciato. Su uno dei modelli Tipo 26 apparirà per la prima volta il simbolo del Tridente, ispirato a quello del Nettuno e ideato da Mario, valente grafico e unico, tra i fratelli Maserati, non interessato alle costruzioni meccaniche.Nel 1927, dopo che un grave incidente nella Coppa Messina avrà messo Alfieri fuori gioco, il testimone di primo pilota Maserati sarà rilevato da Emilio Materassi, che vincerà il campionato italiano. Il 28 settembre 1929 il pilota Baconin Borzacchini, al volante di una Maserati V4 a 16 cilindri, stabilirà il record mondiale di velocità per la classe C, a oltre 240 Kmh.Nel 1930 sempre Borzacchini vincerà a Tripoli il primo Gran Premio della scuderia bolognese e nello stesso anno il circuito di Monza vedrà le rosse Maserati ai primi tre posti.Anche dopo la morte di Alfieri, nel 1932, la piccola casa del Tridente continuerà a mietere allori, valendosi di campioni quali Achille Varzi e Tazio Nuvolari. Il successo più prestigioso sarà la duplice vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis nel 1939 e '40.Nel 1937 le officine Maserati saranno cedute alla famiglia Orsi, industriali dell'acciaio, e si trasferiranno a Modena. Durante la guerra la produzione di candele per auto e accumulatori sarà al servizio pressochè esclusivo delle forze armate tedesche.
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25 aprile 1945
Sfilata dei partigiani e consegna delle armi
Nel pomeriggio del 25 aprile i cittadini bolognesi tributano grandi accoglienze alla sfilata dei partigiani convenuti in piazza Maggiore per la cerimonia della riconsegna delle armi. Di fronte agli uomini schierati ordinatamente, e suddivisi nelle loro brigate, il generale Edgar Erskine Hume, capo dell'A.M.G., pronuncia solenni parole di ringraziamento. I contingenti sono passati in rassegna da Giuseppe Dozza, sindaco designato dal CLN e formalmente nominato da Hume il 21 aprile. La consegna delle armi si limita in genere a quelle lunghe. Il primo a consegnare la sua rivoltella è Ilio Barontini (Dario), comandante del C.U.M.E.R. I partigiani vengono "liquidati" con una somma in denaro di 5.000 lire, a spese del Ministero per l'Italia occupata: è il costo di circa 20 pasti al ristorante.
Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
15 luglio 1914
Il "fabbricator di pillole" Francesco Zanardi eletto sindaco
Il 15 luglio una amministrazione socialista entra per la prima volta a Palazzo d'Accursio. Il consiglio comunale elegge sindaco Francesco Zanardi (1873-1954), con 47 voti a favore e 11 schede bianche. Il “fabbricator di pillole” - Zanardi è laureato in farmacia e ha avviato a Bologna una piccola azienda di medicinali - assume la carica in nome del popolo e non “di Sua Maestà il Re”. Sarà ricordato come il “sindaco del pane”, per la sua opera di difesa dei ceti popolari e per la sua politica di contenimento dei prezzi al consumo negli anni della guerra.
30 maggio 1826
Incontro di Leopardi con Teresa Carniani Malvezzi
L'incontro con Teresa Carniani (1785-1859), moglie di Francesco Malvezzi, donna coltissima (Vincenzo Monti le riconosce “maschio senno in bianca fronte impresso”) e animatrice di uno dei più importanti salotti letterari della città, regala a Giacomo Leopardi inedite emozioni: “Ha risuscitato il mio cuore dopo un sonno, anzi una morte completa, durata per tanti anni”, scrive il 30 maggio al fratello Carlo. Una conoscenza che segna un nuovo periodo della sua vita: “Mi ha disingannato del disinganno, mi ha convinto che ci sono veramente al mondo dei piaceri che io credeva impossibili”. Di origine fiorentina, di famiglia non nobile e di idee liberali, Teresa – che Leopardi conosce non più giovanissima, sulla quarantina, ma che possiede una grazia e uno spirito “che supplisce alla gioventù” - ha fatto profondi studi classici e si è messa in luce grazie ad alcune brillanti volgarizzazioni di Cicerone, tanto da meritare l'accesso ad istituzioni solitamente precluse alle donne, come la Regia Accademia di Torino. Il suo salotto nel palazzo di via S. Donato è stato inaugurato dalla grecista Clotilde Tambroni e quindi frequentato dai migliori cultori di lettere, quali Filippo Schiassi, Dionigi Strocchi, Paolo Costa, Carlo Pepoli, Vincenzo Monti. Il rapporto con Leopardi, dapprima improntato a una tenera amicizia, “un abbandono che è come un amore senza inquietudine”, con pianti sinceri e lodi che “restano tutte nell'anima”, si muta in seguito in una freddezza inattesa, che provocherà proteste e biasimi da parte del giovane poeta. Teresa chiuderà il suo salotto nel 1840, afflitta da problemi di salute. Ormai però il suo cenacolo squisitamente letterario sarà fuori moda: in tutti gli ambienti conviviali bolognesi a queste date arderà il fuoco della passione civile e politica.
Edifici, giardini e canali
Canale di Reno - Grada
In seguito ad accordi con alcuni privati, nel 1208 il Comune di Bologna fece costruire una nuova chiusa sul fiume Reno a Casalecchio e un canale che entrava in città alla Grada. Il nome si riferisce alle due grate di ferro, tuttora visibili, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria. Il canale di Reno alimentava diverse lavorazioni.
Giardino della Lunetta Gamberini
Il nome del giardino ricorda la linea difensiva voluta dal generale Fanti tra il 1860 e il 1867, che contava 9 forti e 17 lunette munite di cannoni intorno a Bologna e sparse fortificazioni sulle colline. La lunetta prese il nome da una Cà Gamberini che sorgeva nei pressi della via Emilia. L’ingombrante trincea fu un’apparizione effimera, perché il piano regolatore del 1889 ne decretò il rapido smantellamento. Furono conservati solo piccoli presidi, come la Lunetta Gamberini, adibita alla fabbricazione di fulminato di mercurio. Il complesso dell’area verde, che si estende per 14,5 ettari, è frutto di una serie di acquisizioni degli anni ’70. Circondata da una folta siepe con alberi di Giuda, forsizie, scotani, sanguinelli, sinforine e altri arbusti ornamentali, ospita al suo interno impianti sportivi, scuole, un centro sociale e un centro giovanile. Gli ampi prati sono spesso ombreggiati da filari di pioppi bianchi e tigli. Dall’ingresso di via Sigonio, oltre un prato alberato, si alza un rilievo, con le pendici rivestite di robinie, biancospini e olmi, che era probabilmente il nucleo centrale della vecchia postazione.
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